16 Aprile 2020
Si sente spesso parlare della depressione come di una patologia temibile ed assai diffusa, tanto da essere talvolta chiamata la malattia della nostra epoca. La parola è entrata a far parte del nostro linguaggio comune tanto che spesso la si utilizza per esprimere le emozioni di tristezza che si vivono in un momento preciso: sarà capitato a molti di noi, quando qualcuno ci chiede come stiamo, di rispondere “oggi sono depresso/a”, per indicare la particolare tristezza che può connotare il nostro umore.
Per esplorare e comprendere che cosa sia la depressione e come si manifesti, è utile prima fare un accenno su che cos’è l’umore, perché quando parliamo di depressione stiamo parlando proprio di un’alterazione patologica dell’umore della persona.
Il termine umore indica quella tonalità affettiva di base che connota la nostra esperienza, dalla quale possono nascere varie emozioni e sentimenti. Si tratta di una tonalità affettiva che generalmente si mantiene piuttosto stabile, ma che lungo la giornata può subire diverse oscillazioni anche ampie; tali oscillazioni dell’umore possono dipendere da vari fattori, come ad esempio gli eventi che accadono attorno a noi, i nostri progetti ed ambizioni, le difficoltà in cui ci imbattiamo, gli incontri che facciamo, l’aver sviluppato una malattia o esserne guariti. Tutti questi fattori e molti altri possono condizionare il nostro umore, che può oscillare fino ai limiti di una gioia incontenibile o di una tristezza inconsolabile; ma può anche stabilizzarsi su una certa serenità e/o tranquillità.
Queste oscillazioni quotidiane sono fisiologiche, suscitate dagli eventi della vita e caratterizzate da una durata relativamente breve: al termine dell’oscillazione, gradualmente la persona ritorna al proprio equilibrio emotivo tipico.
Quando parliamo della depressione non stiamo parlando di una particolare emozione o delle fisiologiche oscillazioni dell’umore, ma di una condizione umana patologica complessa, che coinvolge ed altera vari aspetti del funzionamento mentale, emotivo e fisico della persona. Sono due i fattori che distinguono la depressione dalle emozioni e dalle oscillazioni fisiologiche dell’umore. Il primo è la durata: mentre sia le emozioni sia le oscillazioni dell’umore sono molto variabili ed hanno una durata breve, la depressione altera l’umore e l’affettività della persona in modo stabile, suscitando sentimenti dolorosi (di tristezza, disperazione, colpa) inconsolabili e duraturi. Il secondo criterio che differenzia la depressione consiste nel suo esordio: mentre le emozioni e le oscillazioni dell’umore sono conseguenti ad un evento ben individuabile che la persona identifica come causa o fattore scatenante, la depressione esordisce e stravolge l’emotività della persona senza tuttavia poter essere ricondotta ad una causa scatenante; la persona depressa può individuare quando ha cominciato a sentirsi male, ma sinceramente non sa dire come mai si senta così afflitta ed abbattuta. Fanno eccezione i casi in cui la depressione insorge in seguito ad eventi particolarmente sconvolgenti, come un lutto, una perdita oppure alcuni eventi che possono alterare in modo drastico lo stile di vita della persona, come il pensionamento o l’insorgere di una malattia.
Possiamo definire la depressione come un’alterazione patologica del tono dell’umore, in cui prevalgono sentimenti di profonda tristezza, vuoto o irritabilità. L’affettività sperimentata da chi vive la depressione è sproporzionata, sia per l’intensità eccessiva rispetto agli eventi che la scatenano, sia per l’invariabilità estrema che la caratterizza. Questa sofferenza, inoltre, pervade e condiziona vari ambiti della vita dell’individuo (cognitivo, affettivo, familiare, sociale, lavorativo), alterando il suo funzionamento nella vita quotidiana e rendendo difficile se non impossibile per la persona svolgere molte delle attività che fino a poco prima erano abituali e/o piacevoli.
Possiamo chiederci quali sono i sintomi tipici della depressione, che possono fungere da campanello d’allarme, descriviamo di seguito i principali:
Questi sono i principali sintomi della depressione: la loro presenza ed intensità può variare da situazione a situazione. Infatti, a seconda della personalità e delle risorse psicologiche e sociali dell’individuo, la depressione può manifestarsi con vari gradi di intensità o gravità.
Perché si possa porre diagnosi di depressione, devono essere presenti un certo numero di sintomi di una certa intensità ed è necessario che il malessere alteri in modo significativo almeno un ambito della vita quotidiana della persona, ossia la sua capacità di lavorare, o di coltivare le relazioni sociali o familiari, o di prendersi cura di sé o di cercare e coltivare attività piacevoli.
Per valutare la gravità del quadro depressivo si prendono in considerazione il numero di sintomi presenti e la loro intensità, la quantità di aree della propria vita quotidiana compromesse dalla patologia e, molto importante, le aspettative rispetto al futuro.
Nel caso di una depressione lieve o media sono presenti pochi sintomi che interferiscono in modo contenuto con le attività quotidiane della persona. La persona sperimenta pensieri negativi in particolar modo nei confronti di se stessa, sviluppando sentimenti di inadeguatezza, colpa, inutilità e sentendosi poco importante. Si ha, invece, una depressione grave quando i sintomi sono particolarmente accentuati ed interferiscono in modo significativo con l’attività della persona nella maggior parte dei suoi ambiti di vita. In questo caso l’individuo sviluppa una visione negativa non solo rispetto a se stesso, ma anche rispetto agli altri, al mondo in generale ed al futuro: gli altri ed il mondo vengono considerati minacciosi o ostili, mentre rispetto al futuro prevale una visione negativa e pessimista.
Possiamo ragionevolmente chiederci quali sono le cause della depressione, quali fattori rendono la persona più fragile, tanto da poter sviluppare una sofferenza di tipo depressivo.
Sebbene talvolta la depressione esordisca in seguito ad eventi difficili e/o traumatici che possono portare ad individuare quelli come causa principale, molte ricerche hanno dimostrato come non esista una causa unica che spieghi l’esordio e l’evolversi di una malattia.
Negli ultimi decenni, infatti, le ricerche che analizzano l’esordio e lo sviluppo delle patologie in generale fanno riferimento al modello teorico bio-psico-sociale: si considera, cioè, che ogni malattia venga causata da un insieme variegato di fattori, che riguarda la sfera biologica, fisica e genetica dell’individuo, la sua sfera psicologica, ossia come la personalità e le varie competenze psichiche dell’individuo si sono sviluppate nel tempo, e la sfera sociale, ossia le condizioni di vita familiare, relazionale e sociale in senso più lato con cui l’individuo si trova quotidianamente a contatto.
Per quanto riguarda la depressione nello specifico, i vari fattori che intervengono nella sua genesi e nel suo sviluppo possono essere distinti in funzione del ruolo che svolgono. Possiamo individuare, infatti, alcuni fattori predisponenti ed altri scatenanti, ma molto importanti sono anche i fattori protettivi.
I fattori predisponenti rendono la persona più fragile e vulnerabile:
I fattori scatenanti sono esperienze più recenti che possono travolgere la persona in una crisi che può esitare nello sviluppo della patologia:
I fattori protettivi sono quelle buone risorse, interne ed esterne alla persona, che abitano la sua quotidianità e la aiutano a costruire e proteggere la propria salute:
Nel caso ci sia il timore di avere sviluppato una forma di depressione, è molto importante rivolgersi ad uno specialista che può valutare in modo accurato quale sia la situazione (quali le criticità e quali risorse), per poi dare indicazioni sulla terapia più adeguata per risolvere il malessere.
Dal momento che la persona depressa tipicamente è assalita da sentimenti di sconfitta, sensazioni di spossatezza e aspettative pessimistiche rispetto al futuro ed alla propria possibilità di stare meglio, è probabile che essa non riesca a trovare la forza e l’iniziativa per chiedere aiuto. Per questo può essere importante l’aiuto e lo sprone di persone vicine, che si rendono conto della sua sofferenza e la sollecitano a chiedere aiuto.
In prima battuta può essere molto importante rivolgersi al medico di base, che può fare una prima valutazione ed indirizzare eventualmente ad uno specialista.
Nel caso in cui si tratti effettivamente di depressione, allora è importante avvalersi sia di una terapia psichiatrica sia di una psicoterapia. Le ricerche, infatti, hanno dimostrato che la combinazione di una terapia farmacologica e psicologica è la strategia più efficace per ridurre i sintomi depressivi, risolvere l’episodio depressivo e prevenire le ricadute che si possono presentare in questa patologia.
Dal momento che la depressione è una patologia che coinvolge tutta la persona, alterandone gli equilibri psicologici ed anche quelli fisiologici, una consulenza psichiatrica è importante per valutare se sia necessaria una terapia psicofarmacologica. Questa, infatti, può aiutare a ristabilire gli equilibri fisiologici e biologici salutari e ad innalzare il tono dell’umore.
Indispensabile nella cura della depressione è un percorso di psicoterapia individuale, mediante la quale la persona può sperimentare la possibilità di:
Può rivelarsi particolarmente utile un percorso psicoterapeutico familiare, in particolare nei casi di maggior fragilità, in quanto aiuta i famigliari coinvolti dalla depressione a pendersi cura della persona malata, di se stessi e delle relazioni familiari, migliorando i punti di forza e provando ad attenuare o risolvere le criticità relazionali che spesso accompagnano la malattia. Ne conseguono un miglioramento della sintomatologia, il miglioramento delle relazioni familiari e del supporto percepito nei momenti di difficoltà.
Percorsi di mindfulness si sono rivelati efficaci nell’attenuare la sintomatologia della depressione, soprattutto la tendenza a soffermarsi e rimanere bloccati su pensieri dolorosi, ed in particolare per prevenire le ricadute una volta superata la crisi depressiva.